Riflessione

L’Avvento è il tempo liturgico che prepara la Chiesa a celebrare il mistero della manifestazione nella carne del Verbo di Dio. Di durata analoga alla Quaresima (sei settimane), esso prende avvio con la domenica successiva alla festa di San Martino, vescovo (11 novembre), ragione per la quale nella tradizione ambrosiana riceve anche la denominazione di “Quaresima di San Martino”. 
Nell’Avvento il popolo cristiano si dispone a rivivere la “pienezza dei tempi” alla luce dell’attesa escatologica, che orienta il cammino dei credenti nella storia e li guida verso il loro definitivo riscatto nel trionfo glorioso del Signore. 
Nella successione delle domeniche la liturgia d’Avvento rinnova l’aspirazione d’Israele e dell’intero creato alla salvezza, riproponendo le parole degli antichi profeti fino all’annuncio di Giovanni Battista, il più grande tra i nati di donna e il nuovo Elia, cui è stato affidato il compito d’indicare presente «Colui che deve venire» (cfr. Matteo 11,3). L’itinerario delle prime cinque domeniche è ben evidenziato dalla titolatura di ciascuna di esse, cui corrisponde la scelta delle letture nei tre anni: La venuta del Signore (I): I figli del Regno (II); Le profezie adempiute (III): L’ingresso del Messia (IV); Il Precursore (V). 
Nella prospettiva di questo progressivo accostamento alla “pienezza dei tempi, nell’ambito delle celebrazioni vigiliari delle domeniche, quale lettura precedente il Vangelo è prevista, anziché l’Epistola paolina, la pericope profetica d’Isaia. L’itinerario liturgico delle prime cinque domeniche sfocia nella celebrazione della venula del Verbo nel grembo della Vergine, mistero cui è dedicata la VI domenica di Avvento, che la tradizione ambrosiana denomina Domenica dell’Incarnazione. In essa è celebrata, con una prospettiva marcatamente cristologica, la Divina Maternità della Vergine Maria. 
Quest’anno il 24 dicembre è Domenica Prenatalizia. Come Vangelo viene proclamata la «genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide», che risulta in evidente continuità con la pericope conclusiva del Libro di Rut proclamata nell’ultima feria prenatalizia.

 

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